Le proprietà benefiche dell’acqua sono conosciute fin dall’antichità, ma fu con i romani che si sviluppò davvero la cultura della pratica termale. Agli inizi dell’era repubblicana si effettuavano bagni all’aperto ed in acqua fredda, ma, quando, sempre nel II sec. a.C., fecero la loro comparsa a Roma i primi bagni pubblici, quella che doveva essere un’esigenza igienica divenne un piacevole appuntamento quotidiano, uno degli ozi prediletti dai Romani, che, con il tempo, si scoprirà essere anche pratica di straordinaria efficacia benefica e salutare.
Dal I sec. a.C. le terme divennero una vera e propria istituzione sociale e, durante l’impero, sorsero grandiosi edifici termali, i quali, oltre che luoghi di cura e di benessere, diventarono un’occasione per incontri e scambi sociali, culturali e commerciali.
Gli edifici termali comprendevano saune, palestre, locali per il massaggio, solari, stadi, biblioteche, sale per riunioni e conferenze; c’erano inoltre giardini e passeggiate; le terme romane rappresentavano quanto di più vicino possibile si possa immaginare ad un “luogo di benessere” in senso moderno. Le terme erano un centro ricreativo polifunzionale.
Il declino dell’impero romano, i danni arrecati alle opere idrauliche dalle invasioni barbariche e l’affermarsi della cultura cristiana con i suoi elementi di demonizzazione della nudità segnarono la fine dello splendore di una cultura termale, nella sua accezione più vasta, forse ineguagliata nella storia.